domenica 1 marzo 2009

"Da grande voglio essere come Michael Jordan"



“E al pick numero 10 i Los Angeles Lakers scelgono: Andrew Bynum”. Siamo al draft Nba del 2005, e da qui, dalle parole di David Stern, inizia la storia di Danny Granger, la seconda ala piccola del campionato americano. Si, dalla scelta della squadra losangelina, e non è un errore di battuta. Infatti si dava già come sicuro nell’ambiente l’approdo del giocatore, nativo di New Orleans, nella città degli angeli. Invece alla fine il più lungimirante fu, come quando era in campo, Larry Bird, g.m degli Indiana Pacers, che lo scelse alla 17. E Danny, uscito dal college di New Mexico con ottime statistiche (19 ppg e 9 rpg), si vide passare avanti nelle scelte gente come Yaroslaw Korolev (Clippers alla n.12) o Joey Graham (Toronto alla n.16). E l’inizio ai Pacers non fu facile. Saltò per intero la Summer League per problemi fisici e in campionato fa da riserva ad Artest e Stephen Jackson. Ma il talento non gli manca, e neanche la fortuna in questo caso. Infatti Ron Artest finisce fuori squadra per uno dei suoi soliti colpi di testa; così Granger trova sempre più minuti in campo, finendo la stagione con più di 7 punti di media e quasi 5 rimbalzi a partita. Artest andrà via, e anche il suo sostituto, quell’Al Harrington che ora sembra rinato a New York. Danny nel suo anno da Sophomore passa da 22 a quasi 35 minuti sul parquet, e anche le sue cifre (13.9 ppg) e i suoi estimatori aumentano. Nell’estate 2007 arriva sulla panchina di Indiana Jim O’Brien, ed è con lui che il ragazzo nato il 20 aprile ’83 a New Orleans ha la sua esplosione. Chiude la stagione con quasi 20 punti di media e 6 rimbalzi. In questo arco di tempo cambia anche il suo modo di giocare, che prima lo vedeva cercare molto di più la penetrazione o il post basso viste le sue esperienze collegiali come ala forte, mentre ora Granger fa trasparire la sua duttilità, sia in attacco che in difesa. Ne è testimonianza è la mole di tiri presi da 3 nella sua terza stagione da pro: infatti passa dai 288 della stagione precedente alla bellezza di 423. Nella scorsa estate, dopo aver scambiato Jermaine O’Neil con Toronto in cambio di T.J. Ford e Rasho Nesterovic, Indiana fa di Granger il perno centrale del suo prossimo futuro. E Danny ricambia la fiducia disputando, fino ad ora, una stagione da All-Nba starter, mettendo insieme 25 punti di media, che lo portano ad essere considerato al seconda ala piccola del campionato dopo l’extraterrestre di Cleveland, meritandosi così anche la convocazione all’All-Star game di Phoenix. Un grande risultato per un ragazzo che si affacciava all’Nba pieno di dubbi sulle sue effettive capacità di inserirsi in un ambiente come quello del massimo campionato americano. Però la sfaciatiggine necessaria in Nba non gli manca; se vi capita di chiedergli quale sia il suo obiettivo, vi sentirete rispondere con naturalezza: "Voglio diventare come Michael Jordan".

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