domenica 28 giugno 2009

E al nr.1 i Clippers scelgono...


...Blake Griffin. Si, è l'ala grande uscita da Oklahoma State la scelta numero 1 del Draft 2009. I Clippers hanno optato per portarsi a casa un lungo di sicuro affidamento (prossimo Duncan ?), ottimo realizzatore soprattutto nell'area pitturata, che però non rifiuta il tiro dalla media-lunga distanza. Inoltre è un giocatore molto solido fisicamente, che riusciva a prendere più di 14 rimbalzi a partita ad Oklahoma. Molto veloce di gambe per essere un ragazzone di 2.06, ed ha anche una insolita predisposizione per andare in contropiede. Insomma il pick nr.1 di quest'anno non dovrebbe essere un azzardo o un flop, ma mai dire mai (anche se è veramente forte). Ah, vi farà anche divertire, perchè ha quella capacità di "entrare nel canestro con la testa" e schiacciare. Dunk!

mercoledì 24 giugno 2009

Piccoli, non ragionati, pensieri da fine stagione


Siena è più forte, la più forte del nuovo millennio. Ora prende pure Moss, si fa un bel gruzzolo dalle vendite di campioni in fase calante (kaukenas), e andrà avanti così per un belpo' di tempo. Magari puntando a vincere in Europa.

Messina è andato al Real, ora: capisco che era il momento di cambiare, capisco che piacciono le imprese, ma qualcosa di meglio la si poteva trovare Ettore, no?

Sabatini vuole andare via da Bologna. Fatico a trattenere le lacrime. No, scherzo. Di personaggi così se ne fa volentieri a meno nel basket.

Langford ha annunciato i motivi del suo divorzio dalla Virtus tramite Twitter. Complimenti, per entrambe le scelte.

Pancotto e Zorzi ad Avellino. I motivi per essere ottimisti ci sono.

Ma l'hanno assegnato il premio eleganza all' Armani Jeans? Consolazione.

Roma è stanca di perdere, ed ha già messo in campo un progetto per vincere qualcosa il prossimo anno. Si chiamerà Mens Sana e giocherà a Siena.

lunedì 15 giugno 2009

Niente si crea, niente si distrugge


Ieri sera più di 10.000 km sono diventati distanti pochi passi, almeno nella mente. Infatti mentre Siena vinceva gara 3 a Milano assicurandosi (non che ce ne fosse bisogno) il terzo scudetto consecutivo (a meno di clamorosissime sorprese), i Los Angeles Lakers vincevano il loro quindicesimo titolo Nba battendo 4-1 nella serie finale i "generosi" Magic. Ma la distanza non era annullata solo dalle vittorie; o meglio, le vittorie erano la conseguenza delle affinità fra le due squadre in causa, e la conferma che il basket, al di là dell'essere giocato in un modo o nell'altro, sia uguale in tutto il mondo. Nel basket vince la squadra più forte, che faccia piacere o no. I Lakers di là e la Mens Sana di qua rappresentano le squadre costruite meglio, quelle più omogenee, più complete, e quelle pronosticate da tutti come favorite. E sono anche quelle che hanno speso di più negli anni (con le dovute proporzioni e distinguo). Nel basket nulla si crea e nulla si distrugge. Ci possono essere le sorprese (Orlando, Milano o Treviso), le delusioni (Cleveland, Roma, V. Bologna), ma alla fine vincono coloro che pianificano il miglior progetto, che agiscono meglio sul mercato, e che hanno una società solida. Come Kobe si è già messo in tasca l'ennesimo premio di Mvp dei playoff, secondo pronostico, così McIntyre aspetta la fine della serie per poggiare sulla mensola, magari in camera da letto, a casa il premio di miglior giocatore. Di spazio per inventarsi qualcosa di straordinario nel basket moderno ne è rimasto davvero poco, ed anche questo può piacere o meno. E' una meritocrazia quasi perfetta il basket (il merito, volente o nolente, nello sport consiste anche nella disponibilità finanziara). Come dice mia nonna "Quello ca' semini, ti truovi" (non penso ci sia bisogno di traduzione).