lunedì 16 novembre 2009

Talento incompreso?


I 55 punti di Brandon Jennings in maglia Bucks contro Golden State faranno piangere in molti a Roma.
Chissà cosa avrebbe fatto fosse rimasto nella capitale: un nuovo anno mediocre come lo scorso (5.5 punti in 17 minuti a partita) o l'esplosione come a Milwaukee?

I raddoppi, le difese serrate, gli schemi europei forse non facevano per lui, meglio l'atletismo a stelle e strisce. Forse troppa pressione e poca fiducia a Roma, mentre in Wisconsin c'è da ritirare su una squadra e un rookie del genere non può che far felici i tifosi dei Bucks.

4 commenti:

  1. ennesima dimostrazione che "non è più l'NBA dei vostri padri?": ora, il ragazzo ha una buona mano ma resta una guardia di 1.85x75kg, e non è Iverson.

    ho visto gli highlight dei 55 punti e nessuno, dico nessuno ha mai fatto finta di difenderlo.

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  2. eh appunto, io sta cosa delle difese Nba proprio mi fa imbestialire, cazzo con quei fisici e quell'atletismo vorrei si applicassero in difesa alla morte, allora si che sarebbe divertente da guardare. Mica vedere tremila canestri segnati senza trovare opposizione.

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  3. Il problema non è l'applicazione, queste sono argomentazioni di una visione distorta. In America si gioca 48 minuti, in un campo più grande data la maggiore superficie dell'area dei 3 punti, e soprattutto 82 volte in poco meno di 6 mesi. E' questo è il problema, non l'applicazione difensiva. Guardate ai play-off, quando ogni partita conta, come difendono gli svogliati americani.
    Capitolo Jennings: ok l'Nba non è l'Europa e Milwaukee è la squadra ideale per esplodere data la mediocrità generale. Ok nessuno difende. Ma 55 sono tanti, troppi, anche con queste attenuanti. Andrà rivisto il giudizio del giocatore, sicuramente non Iverson, ma forse nemmeno una delle mille point-guard meteore.

    Marco Mongelli.

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  4. 5 punti, giusto qualche spunto per un' analisi
    - In Nba non si difende durante la regular season se non nell’ultimo quarto
    - 55 punti sono tantissimi anche se non si è marcati a sufficienza
    - Solo a Milwaukee e in un altro paio di squadre ti puoi permettere di monopolizzare l’attacco
    - Jennings lo scorso era un pesce fuor d’acqua, veniva direttamente dall’high-school, senza aver assaggiato neanche da lontano il basket professionistico, e incominciare in Europa non è la cosa più facile per un 18enne
    - Jennings è un “predestinato” nel senso americano del termine. Uno che è pompato dai media e dagli esperti di basket che vogliono fare di lui un nuovo futuro Mvp dell’Nba. Lo acclamavano a 17 anni quando dominava tra i suoi parietà, già era in orbita Nba, già rilasciava interviste trionfanti, già stavano costruendo un personaggio intorno alla sua figura. Ecco, ha avuto la strada spianata verso l’Nba, e probabilmente quest’anno sarà il Rookie of the year. Si è ed è stato inserito alla perfezione nel “sistema americano”, ora tocca a lui confermarsi e riuscire a cavalcare l’onda. Fra un paio di anni sapremo se diventerà la nuova stella dell’Nba (fatto sta che secondo me la nuova stella dell’Nba potrebbe essere Derrick Rose se solo trovasse una squadra capace di lottare per il titolo)

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